Chi ha inventato la lampadina?
Apriamo con questa meravigliosa invenzione una lunga carrellata di articoli che soddisferanno la curiosità dei vostri bambini (ma anche la vostra).
I nostri figli sono curiosi, come è fatta questa cosa? Ma chi l’ha inventata? ecc… Ebbene cercheremo di soddisfare tutte (o quasi), le loro curiosità 🙂
La storia della lampadina
Ormai oggetto d’uso comune, senza il quale saremmo letteralmente persi, la lampadina a incandescenza è una di quelle invenzioni che non ha un solo “padre. Ecco la storia.
Sir Joseph Wilson Swan
Il primo inventore fu l’inventore britannico sir Joseph Wilson Swan che la brevettò nel 1878.
Fu proprio la sua casa a Gateshead, in Gran Bretagna, la prima casa al mondo a essere illuminata con le lampadine elettriche.
Poi solo tre anni dopo, nel 1881, fu la volta del teatro Savoy nella City of Westminster (Londra). In pratica il primo edificio pubblico a usare le lampadine a incandescenza.
La lampadina inventata da Swan era costituita da uno spesso filamento di carbonio che, riscaldandosi, emetteva luce e gas . Quest’idea aveva però dei difetti: l’interno del bulbo della lampadina si copriva rapidamente di fuliggine emessa dal filamento incandescente e così si anneriva. Inoltre, questo tipo di lampadina consumava tantissima elettricità.
Thomas Edison
A migliorare la lampadina nel 1879, fu l’americano Thomas Edison , che brevettò una lampadina con un filamento sottile e ad alta resistenza elettrica . Al contrario del modello di Swan, la lampadina di Edison non anneriva troppo l’interno del bulbo e dunque manteneva una luminosità costante. Swan, partendo dalle modifiche di Edison, migliorò ulteriormente la lampadina e cominciò a vendere le proprie in Inghilterra. Così, tra i due inventori, nacque una disputa sulla paternità dell’invenzione.
Unica scelta, collaborare
La contesa finì anni dopo con la creazione della società Edison-Swan che divenne una delle più grandi produttrici mondiali di lampadine. Nel 1910 il fisico americano William David Coolidge sostituì il filamento di carbonio con uno di tungsteno immerso in un gas, realizzando in questo modo una lampadina che durava molto di più. Questo tipo di lampada, con pochissime variazioni, è arrivata fino ai giorni nostri.
Ma perché la lampadina fa luce?
Quando il filamento di tungsteno di una lampadina viene attraversato dalla corrente elettrica, un certo numero di elettroni raggiunge un livello energetico superiore al normale. Quando questa energia si trasforma, perché gli elettroni tornano al loro normale livello energetico, crea delle particelle luminose chiamate fotoni, ossia luce. Purtroppo questo processo è molto poco efficiente infatti, in una lampadina a incandescenza, appena il 10 per cento dell’energia che riceve si trasforma in luce visibile. Il restante 90 per cento diventa luce infrarossa (che gli occhi umani non possono vedere) e calore (che, invece, possiamo sentire: basta avvicinare una mano a una lampada accesa!).
Fonte: Focus